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Le Clarisse
L’Ordine delle Sorelle Povere ( o clarisse ) vive nella Chiesa di Dio dal lontano XIII° sec. Quando la giovane Chiara, illuminata dalla grazia divina e sostenuta da colui che aveva fatto molto parlar di sé ad Assisi e dintorni, Francesco, fuggì dalla casa paterna per trovare dimora nel piccolo convento di San Damiano per condividere con Francesco e le Sorelle che ben presto il Signore le donò, quella meravigliosa avventura di povertà, di letizia cui li spinge l’irresistibile amore del Cristo per confermarsi a Lui povero, umile e crocifisso.
La bontà di Dio ha suscitato nella Chiesa queste anime sante che anno voluto nutrirsi di ogni parola uscita dalla Sua Bocca e che di questo Amore Assoluto hanno fatto la ragione della loro assistenza.
Chiara, consumata dall’amore di Dio, concluse il suo cammino Terreno nel 1253, ma brilla nel firmamento del cielo del chiarore della fulgida luce. Con il passare dei secoli, col succedersi degli avvenimenti lieti e tristi cui va inevitabilmente incontro l’umanità, non è venuta meno la genuina freschezza del messaggio di Chiara: il suo ricordo, la sua eredità spirituale perpetuata nel tempo dalle Sue Sorelle numerosamente presenti nel mondo e vivendo nel silenzio, nella povertà, nel lavoro, nella contemplazione, nell’umiltà di amare con Dio e per il bene dei fratelli.
Alle prime luci dell’alba, fino al tramonto del sole, la Sorella Povera, qual vigile sentinella, o ancor più, qua sposa innamorata di colui che è il più bello tra i figli dell’uomo, inizia a celebrare le Lodi proclamandone, con una completa dedizione di mente e di cuore, il primato assoluto su ogni altro bene: Lui lo sposo, Lui il Creatore, Lui il Signore della sua vita: “Mio Dio, Mio Tutto”.
Il coro è il luogo privilegiato per l’incontro con Dio, per elevare a Lui l’inno di ringraziamento, di benedizione, di adorazione. Qui, il cuore della Sorella Povera, innamorato di Dio, non si dimentica delle necessità dei fratelli, spesso tristi per i travagli della vita, ma reso sensibile da questo divino contatto supplica ed intercede presso il Padre delle misericordie.
Per Chiara e le Sorelle è “grazia” poter rendere lode al Signore anche con il lavoro delle proprie mani ed è estremamente necessario bandire ogni ozio, ogni affanno, per “non estinguere lo sparito della santa creazione e devozione al quale tutte le altre cose temporali devono servire”.
La spiritualità clariana, oltre che di preghiera e di lavoro, di povertà e di silenzio, predilige la vita di fraternità evangelica vissuta nel quotidiano con momenti ricreativi: è il dono di Dio a chi si riconosce figlie dello stesso Padre Celeste. “Nella nostra epoca è necessario ripetere la scoperta di S. Chiara, perché è importante per la vita della Chiesa. Non sapete quanto voi, nascoste, sconosciute, siete importanti nella vita della Chiesa; quanti problemi, quante cose dipendono da voi. È necessario la riscoperta di quel carisma, di quella vocazione ; ci vuole la riscoperta della leggenda divina di Francesco e Chiara” ( Beato Giovanni P. II alle Clarisse 12-03-1982).
L’Ordine delle Sorelle Povere ( o clarisse ) vive nella Chiesa di Dio dal lontano XIII° sec. Quando la giovane Chiara, illuminata dalla grazia divina e sostenuta da colui che aveva fatto molto parlar di sé ad Assisi e dintorni, Francesco, fuggì dalla casa paterna per trovare dimora nel piccolo convento di San Damiano per condividere con Francesco e le Sorelle che ben presto il Signore le donò, quella meravigliosa avventura di povertà, di letizia cui li spinge l’irresistibile amore del Cristo per confermarsi a Lui povero, umile e crocifisso.
La bontà di Dio ha suscitato nella Chiesa queste anime sante che anno voluto nutrirsi di ogni parola uscita dalla Sua Bocca e che di questo Amore Assoluto hanno fatto la ragione della loro assistenza.
Chiara, consumata dall’amore di Dio, concluse il suo cammino Terreno nel 1253, ma brilla nel firmamento del cielo del chiarore della fulgida luce. Con il passare dei secoli, col succedersi degli avvenimenti lieti e tristi cui va inevitabilmente incontro l’umanità, non è venuta meno la genuina freschezza del messaggio di Chiara: il suo ricordo, la sua eredità spirituale perpetuata nel tempo dalle Sue Sorelle numerosamente presenti nel mondo e vivendo nel silenzio, nella povertà, nel lavoro, nella contemplazione, nell’umiltà di amare con Dio e per il bene dei fratelli.
Alle prime luci dell’alba, fino al tramonto del sole, la Sorella Povera, qual vigile sentinella, o ancor più, qua sposa innamorata di colui che è il più bello tra i figli dell’uomo, inizia a celebrare le Lodi proclamandone, con una completa dedizione di mente e di cuore, il primato assoluto su ogni altro bene: Lui lo sposo, Lui il Creatore, Lui il Signore della sua vita: “Mio Dio, Mio Tutto”.
Il coro è il luogo privilegiato per l’incontro con Dio, per elevare a Lui l’inno di ringraziamento, di benedizione, di adorazione. Qui, il cuore della Sorella Povera, innamorato di Dio, non si dimentica delle necessità dei fratelli, spesso tristi per i travagli della vita, ma reso sensibile da questo divino contatto supplica ed intercede presso il Padre delle misericordie.
Per Chiara e le Sorelle è “grazia” poter rendere lode al Signore anche con il lavoro delle proprie mani ed è estremamente necessario bandire ogni ozio, ogni affanno, per “non estinguere lo sparito della santa creazione e devozione al quale tutte le altre cose temporali devono servire”.
La spiritualità clariana, oltre che di preghiera e di lavoro, di povertà e di silenzio, predilige la vita di fraternità evangelica vissuta nel quotidiano con momenti ricreativi: è il dono di Dio a chi si riconosce figlie dello stesso Padre Celeste. “Nella nostra epoca è necessario ripetere la scoperta di S. Chiara, perché è importante per la vita della Chiesa. Non sapete quanto voi, nascoste, sconosciute, siete importanti nella vita della Chiesa; quanti problemi, quante cose dipendono da voi. È necessario la riscoperta di quel carisma, di quella vocazione ; ci vuole la riscoperta della leggenda divina di Francesco e Chiara” ( Beato Giovanni P. II alle Clarisse 12-03-1982).