Santissima Trinità
Domenica 7 giugno
( Nicolò Semitecolo detto Nicoletto, La Sainte Trinité, circa 1370, tempera su legno, Museo Diocesano, Padova)
La solennità della Santissima Trinità ricorre ogni anno la domenica dopo Pentecoste, quindi come festa del Signore. Si colloca pertanto come riflessione su tutto il mistero che negli altri tempi è celebrato nei suoi diversi momenti e aspetti. Fu introdotta soltanto nel 1334 da papa Giovanni XXII, mentre l'antica liturgia romana non la conosceva.
Propone uno sguardo riconoscente al compimento del mistero della salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. La messa inizia con l'esaltazione del Dio Trinità "perché grande è il suo amore per noi".
LA SANTISSIMA TRINITÀ
http://www.catechesi.co/2017/11/25/la-santissima-trinita/
+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen
La dottrina della Santissima Trinità è un mistero, cioè una dottrina oscura alla ragione, che la sola ragione non può raggiungere nè completamente comprendere. La dottrina della Santissima Trinità si chiama il ‘mistero dei misteri’, o il ‘mistero per eccellenza’, che anche dopo la sua Rivelazione la ragione non può penetrare che minimamente.
Il termine ‘Trinità’ significa un solo Dio in tre Persone Divine, o tre Persone Divine in un Dio, ovvero Iddio uno e Trino. La prima Persona è il Padre, la seconda Persona è il Figlio, la terza Persona è lo Spirito Santo.
Per comprendere le relazioni tra le tre Persone, bisogna iniziare con le parole del Credo: Filium… ex Patre natum ante omnia saecula: il Figlio e’ nato dal Padre prima del tempo; e Spiritum Sanctum… qui ex Patre et Filio procedit: lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. La Santa Madre Chiesa insegna infatti che il Figlio procede dal Padre, e lo Spirito Santo procede sia dal Padre che dal Figlio.
Il Padre è la prima Persona non perchè è superiore alle altre Persone, ma perchè è il principio delle altre Persone. Le altre due Persone procedono da Lui nel senso che hanno origine in Lui, mentre Lui non ha origine in altra Persona, nè procede da altra Persona.
Quanto al modo di procedere, il Figlio procede dal Padre in via generationis. ‘Tu Sei mio Figliuolo, ed Io oggi Ti ho generato’ (Salmo 2. 7). Il Padre genera il Figlio dunque: non Lo fa, non Lo crea, perchè sono coeterni. Si intende questo modo di procedere come un procedere del Figlio dall’Intelletto del Padre, perchè la funzione dell’intelletto è di generare un’immagine.
Lo Spirito Santo, invece, procede dal Padre e dal Figlio in via spirationis. Il Padre ed il Figlio non Lo fanno, non Lo creano, perchè anche Lui è coeterno al Padre ed al Figlio. Si intende questo modo di procedere come un procedere dello Spirito Santo dalla Volontà del Padre e del Figlio: dall’amore reciproco del Padre e del Figlio: per questo lo Spirito Santo si chiama anche ‘Amore’.
Le tre Persone Divine costituiscono insieme un solo Dio; si distinguono in virtù di queste loro relazioni l’una all’altra. Come nell’uomo i due principi, anima e corpo, esistono in una sola persona, così, in Dio, tre Persone esistono in una sola sostanza.
Ci sono due immagini che ci possono far capire meglio la distinzione delle Persone in un solo Dio. La prima immagine è quella del riflesso di un uomo in uno specchio. La esporremo brevemente nell’articolo su Dio Padre; la seconda è quella del sole.
Nel sole si possono osservare tre cose: il corpo del sole, la sua luce, ed il suo calore. Il corpo del sole è la sorgente della luce e del calore, come il Padre è il principio delle altre due Persone. Il raggio emana dal sole come il Figlio procede dal Padre, ed il calore deriva dal sole e dal raggio come lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. Ma il sole, il raggio, ed il calore fanno insieme una sola cosa, come le tre Persone Divine sono insieme un solo Dio.
Questa immagine ci aiuta a capire anche come il Figlio è luce, ossia la luce dell’Intelletto del Padre; e come lo Spirito Santo è calore, ossia il calore dell’amore che unisce il Padre ed il Figlio.
L’immagine ci aiuta a capire ugualmente come le tre Persone Divine si relazionano a vicenda fuori tempo. Poichè il sole non è anteriore al raggio, ed il raggio non è anteriore al calore, bensì il sole, il raggio, ed il calore incominciano tutti e tre insieme e vanno sempre insieme. Sono distinti, ma non disgiunti (nelle parole del catechismo di San Pio X): operano insieme ed inseparabilmente; coesistono simultaneamente. Così le tre Persone Divine sono distinti nelle loro relazioni reciproche, ma senza successione temporale: perchè le tre Persone sono coeterne e le loro relazioni non sono dentro, ma fuori tempo.
In questa vita non sapremo mai molto sulla Santissima Trinità. L’ importante è di condurre una buona vita, dominando il nostro orgoglio e sottomettendoci ai comandamenti. ‘Che ti serve saper discutere profondamente della Trinità, dice Tommaso à Kempis, se non sei umile e perciò alla Trinità tu dispiace?’ Infine questo è il modo più efficace per conoscere la Santissima Trinità: perché più santamente vivremo quaggiù, più pienamente goderemo della Visione Beatifica della Santissima Trinità in Cielo alla Sua eterna gloria. Amen.
Trinità perfetta e Unità semplice
Articolo scritto da fra Andrea Vaona ofm conv. Pubblicato il 21 Maggio, 2016 su:
http://bibbiafrancescana.org/2016/05/trinita-perfetta-e-unita-semplice/
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». (Gv 16,12-15)
Una conoscenza un po’ immediata e superficiale della vicenda di san Francesco può ancora indurre a rilevare il particolare rapporto tra Francesco e Gesù Cristo, quasi che la spiritualità francescana sia solamente “cristocentrica”. Tanti noti elementi biografici sembrerebbero avvalorare questa attenzione privilegiata di Francesco per il Cristo povero e crocifisso.
Una lettura attenta degli scritti di Francesco – invece – mette in luce la profonda fede nella Santissima Trinità. Preghiere e invocazioni, ma pure lettere e ammonizioni, hanno espressioni numerose e articolate riferite al Dio uno e trino.
E’ il Francesco “riparatore di chiese” che sa elaborare in modo figurato il bel concetto espresso nella Regola non bollata: «E sempre costruiamo in noi un’abitazione e una dimora permanente a lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo…» (Rnb XX: FF 61). La fede “ortodossa” di Francesco per la Chiesa e nella Chiesa si esprime anche in questa insistenza esplicativa, che Francesco sa poi ripresentare nei suoi scritti nei modi più diversi ed articolati.
Come – ad esempio – al termine del suo Testamento, dove Francesco invoca la benedizione di Dio sui suoi frati, benedizione però articolata nelle diverse “competenze” delle persone trinitarie: «E chiunque osserverà queste cose, sia ricolmo in cielo della benedizione dell’altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto con il santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi» (Test 40: FF 131).
Oppure, al termine della riflessione di Francesco sull’eucaristia nella sua Lettera a tutto l’Ordine (FF 223): «Egli infatti [il Signore Gesù Cristo], sebbene sembri essere in più luoghi, tuttavia rimane indivisibile e non conosce detrimento di sorta, ma uno ovunque, come a lui piace, opera insieme con il Signore Iddio Padre e con lo Spirito Santo Paraclito nei secoli dei secoli. Amen».
Ma forse il testo più armonico, misurato e “lirico” è quello contenuto alla fine della Lettera a tutto l’Ordine, dove Francesco solennemente dice/prega (FF 233):
«Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio,
concedi a noi miseri di fare, per tuo amore,
ciò che sappiamo che tu vuoi,
e di volere sempre ciò che a te piace,
affinché , interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo,
possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo,
e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te, o Altissimo,
che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice
vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen».
Dice saggiamente il commentatore di questo passo in FF: «Mirabile definizione della vita cristiana – e della vita dei «frati minori» – come evento e cammino trinitario, che nasce per l’azione interiore dello Spirito, cresce nella sequela del Signore Gesù Cristo, giunge a pieno compimento nell’incontro definitivo con il Padre che vive glorioso e onnipotente «nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice». […] Francesco in questa preghiera illumina il cammino che la sua fraternità e la Chiesa intera sono chiamate a fare nello Spirito, sulle orme del Figlio, verso il Padre». “Trinità perfetta e Unità semplice”: una definizione “disarmante” le difficili logiche umane di fronte il mistero di un Dio uno e trino, quello annunciato da Gesù di Nazareth. Alcuni secoli più tardi (quasi otto!) un pastore italiano impastato di Bibbia e poesia diceva: «Secondo una suggestione semplicissima e splendida, nella Trinità non c’è “Uno più Uno più Uno, uguale a Tre”. Ma c’è “Uno per Uno per Uno, che fa sempre Uno”. Quando si vive veramente l’uno per l’altro, densificando questo rapporto di oblatività, la comunione raggiunge il vertice».
Propone uno sguardo riconoscente al compimento del mistero della salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. La messa inizia con l'esaltazione del Dio Trinità "perché grande è il suo amore per noi".
LA SANTISSIMA TRINITÀ
http://www.catechesi.co/2017/11/25/la-santissima-trinita/
+ In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen
La dottrina della Santissima Trinità è un mistero, cioè una dottrina oscura alla ragione, che la sola ragione non può raggiungere nè completamente comprendere. La dottrina della Santissima Trinità si chiama il ‘mistero dei misteri’, o il ‘mistero per eccellenza’, che anche dopo la sua Rivelazione la ragione non può penetrare che minimamente.
Il termine ‘Trinità’ significa un solo Dio in tre Persone Divine, o tre Persone Divine in un Dio, ovvero Iddio uno e Trino. La prima Persona è il Padre, la seconda Persona è il Figlio, la terza Persona è lo Spirito Santo.
Per comprendere le relazioni tra le tre Persone, bisogna iniziare con le parole del Credo: Filium… ex Patre natum ante omnia saecula: il Figlio e’ nato dal Padre prima del tempo; e Spiritum Sanctum… qui ex Patre et Filio procedit: lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. La Santa Madre Chiesa insegna infatti che il Figlio procede dal Padre, e lo Spirito Santo procede sia dal Padre che dal Figlio.
Il Padre è la prima Persona non perchè è superiore alle altre Persone, ma perchè è il principio delle altre Persone. Le altre due Persone procedono da Lui nel senso che hanno origine in Lui, mentre Lui non ha origine in altra Persona, nè procede da altra Persona.
Quanto al modo di procedere, il Figlio procede dal Padre in via generationis. ‘Tu Sei mio Figliuolo, ed Io oggi Ti ho generato’ (Salmo 2. 7). Il Padre genera il Figlio dunque: non Lo fa, non Lo crea, perchè sono coeterni. Si intende questo modo di procedere come un procedere del Figlio dall’Intelletto del Padre, perchè la funzione dell’intelletto è di generare un’immagine.
Lo Spirito Santo, invece, procede dal Padre e dal Figlio in via spirationis. Il Padre ed il Figlio non Lo fanno, non Lo creano, perchè anche Lui è coeterno al Padre ed al Figlio. Si intende questo modo di procedere come un procedere dello Spirito Santo dalla Volontà del Padre e del Figlio: dall’amore reciproco del Padre e del Figlio: per questo lo Spirito Santo si chiama anche ‘Amore’.
Le tre Persone Divine costituiscono insieme un solo Dio; si distinguono in virtù di queste loro relazioni l’una all’altra. Come nell’uomo i due principi, anima e corpo, esistono in una sola persona, così, in Dio, tre Persone esistono in una sola sostanza.
Ci sono due immagini che ci possono far capire meglio la distinzione delle Persone in un solo Dio. La prima immagine è quella del riflesso di un uomo in uno specchio. La esporremo brevemente nell’articolo su Dio Padre; la seconda è quella del sole.
Nel sole si possono osservare tre cose: il corpo del sole, la sua luce, ed il suo calore. Il corpo del sole è la sorgente della luce e del calore, come il Padre è il principio delle altre due Persone. Il raggio emana dal sole come il Figlio procede dal Padre, ed il calore deriva dal sole e dal raggio come lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. Ma il sole, il raggio, ed il calore fanno insieme una sola cosa, come le tre Persone Divine sono insieme un solo Dio.
Questa immagine ci aiuta a capire anche come il Figlio è luce, ossia la luce dell’Intelletto del Padre; e come lo Spirito Santo è calore, ossia il calore dell’amore che unisce il Padre ed il Figlio.
L’immagine ci aiuta a capire ugualmente come le tre Persone Divine si relazionano a vicenda fuori tempo. Poichè il sole non è anteriore al raggio, ed il raggio non è anteriore al calore, bensì il sole, il raggio, ed il calore incominciano tutti e tre insieme e vanno sempre insieme. Sono distinti, ma non disgiunti (nelle parole del catechismo di San Pio X): operano insieme ed inseparabilmente; coesistono simultaneamente. Così le tre Persone Divine sono distinti nelle loro relazioni reciproche, ma senza successione temporale: perchè le tre Persone sono coeterne e le loro relazioni non sono dentro, ma fuori tempo.
In questa vita non sapremo mai molto sulla Santissima Trinità. L’ importante è di condurre una buona vita, dominando il nostro orgoglio e sottomettendoci ai comandamenti. ‘Che ti serve saper discutere profondamente della Trinità, dice Tommaso à Kempis, se non sei umile e perciò alla Trinità tu dispiace?’ Infine questo è il modo più efficace per conoscere la Santissima Trinità: perché più santamente vivremo quaggiù, più pienamente goderemo della Visione Beatifica della Santissima Trinità in Cielo alla Sua eterna gloria. Amen.
Trinità perfetta e Unità semplice
Articolo scritto da fra Andrea Vaona ofm conv. Pubblicato il 21 Maggio, 2016 su:
http://bibbiafrancescana.org/2016/05/trinita-perfetta-e-unita-semplice/
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». (Gv 16,12-15)
Una conoscenza un po’ immediata e superficiale della vicenda di san Francesco può ancora indurre a rilevare il particolare rapporto tra Francesco e Gesù Cristo, quasi che la spiritualità francescana sia solamente “cristocentrica”. Tanti noti elementi biografici sembrerebbero avvalorare questa attenzione privilegiata di Francesco per il Cristo povero e crocifisso.
Una lettura attenta degli scritti di Francesco – invece – mette in luce la profonda fede nella Santissima Trinità. Preghiere e invocazioni, ma pure lettere e ammonizioni, hanno espressioni numerose e articolate riferite al Dio uno e trino.
E’ il Francesco “riparatore di chiese” che sa elaborare in modo figurato il bel concetto espresso nella Regola non bollata: «E sempre costruiamo in noi un’abitazione e una dimora permanente a lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo…» (Rnb XX: FF 61). La fede “ortodossa” di Francesco per la Chiesa e nella Chiesa si esprime anche in questa insistenza esplicativa, che Francesco sa poi ripresentare nei suoi scritti nei modi più diversi ed articolati.
Come – ad esempio – al termine del suo Testamento, dove Francesco invoca la benedizione di Dio sui suoi frati, benedizione però articolata nelle diverse “competenze” delle persone trinitarie: «E chiunque osserverà queste cose, sia ricolmo in cielo della benedizione dell’altissimo Padre, e in terra sia ricolmo della benedizione del suo Figlio diletto con il santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi» (Test 40: FF 131).
Oppure, al termine della riflessione di Francesco sull’eucaristia nella sua Lettera a tutto l’Ordine (FF 223): «Egli infatti [il Signore Gesù Cristo], sebbene sembri essere in più luoghi, tuttavia rimane indivisibile e non conosce detrimento di sorta, ma uno ovunque, come a lui piace, opera insieme con il Signore Iddio Padre e con lo Spirito Santo Paraclito nei secoli dei secoli. Amen».
Ma forse il testo più armonico, misurato e “lirico” è quello contenuto alla fine della Lettera a tutto l’Ordine, dove Francesco solennemente dice/prega (FF 233):
«Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio,
concedi a noi miseri di fare, per tuo amore,
ciò che sappiamo che tu vuoi,
e di volere sempre ciò che a te piace,
affinché , interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo,
possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo,
e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te, o Altissimo,
che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice
vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen».
Dice saggiamente il commentatore di questo passo in FF: «Mirabile definizione della vita cristiana – e della vita dei «frati minori» – come evento e cammino trinitario, che nasce per l’azione interiore dello Spirito, cresce nella sequela del Signore Gesù Cristo, giunge a pieno compimento nell’incontro definitivo con il Padre che vive glorioso e onnipotente «nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice». […] Francesco in questa preghiera illumina il cammino che la sua fraternità e la Chiesa intera sono chiamate a fare nello Spirito, sulle orme del Figlio, verso il Padre». “Trinità perfetta e Unità semplice”: una definizione “disarmante” le difficili logiche umane di fronte il mistero di un Dio uno e trino, quello annunciato da Gesù di Nazareth. Alcuni secoli più tardi (quasi otto!) un pastore italiano impastato di Bibbia e poesia diceva: «Secondo una suggestione semplicissima e splendida, nella Trinità non c’è “Uno più Uno più Uno, uguale a Tre”. Ma c’è “Uno per Uno per Uno, che fa sempre Uno”. Quando si vive veramente l’uno per l’altro, densificando questo rapporto di oblatività, la comunione raggiunge il vertice».