__La campagna di raccolta di telefoni cellulari
_
La locandina ufficiale della campagna
Anche la tecnologia ha un'anima sociale che coniuga intenti etici con progetti di sviluppo sostenibile e rispetto ambientale. Infatti, nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, anche per quanto riguarda la tecnologia "mobile". Si chiama "Abbiamo tanti progetti appesi a un filo", l'iniziativa promossa dal MAGIS nell'aprile 2007 che consente di trasformare i telefoni cellulari in risorse. I vecchi telefonini si trasformano in finanziamenti per i progetti di cooperazione e sviluppo grazie al riciclaggio da parte di una società specializzata il cui compito è quello di separare i dispositivi ormai inutilizzabili da quelli ancora funzionanti. I primi vengono smaltiti in maniera adeguata, garantendo la corretta gestione di tutte quelle sostanze pericolose per l'ambiente. I secondi vengono riparati e, se possibile, immessi nel mercato dell'usato. In entrambi i casi, al MAGIS viene garantito un corrispettivo in denaro per ogni cellulare ricevuto dall'Italia.
Gli introiti ricavati da questa raccolta verranno utilizzati per finanziare alcuni progetti, a partire da due importanti iniziative in favore dell'Africa: la realizzazione di cucine solari in Ciad ed il sostegno ad una casa famiglia per bambini malati di Aids in Kenya.
La locandina ufficiale della campagna
Anche la tecnologia ha un'anima sociale che coniuga intenti etici con progetti di sviluppo sostenibile e rispetto ambientale. Infatti, nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, anche per quanto riguarda la tecnologia "mobile". Si chiama "Abbiamo tanti progetti appesi a un filo", l'iniziativa promossa dal MAGIS nell'aprile 2007 che consente di trasformare i telefoni cellulari in risorse. I vecchi telefonini si trasformano in finanziamenti per i progetti di cooperazione e sviluppo grazie al riciclaggio da parte di una società specializzata il cui compito è quello di separare i dispositivi ormai inutilizzabili da quelli ancora funzionanti. I primi vengono smaltiti in maniera adeguata, garantendo la corretta gestione di tutte quelle sostanze pericolose per l'ambiente. I secondi vengono riparati e, se possibile, immessi nel mercato dell'usato. In entrambi i casi, al MAGIS viene garantito un corrispettivo in denaro per ogni cellulare ricevuto dall'Italia.
Gli introiti ricavati da questa raccolta verranno utilizzati per finanziare alcuni progetti, a partire da due importanti iniziative in favore dell'Africa: la realizzazione di cucine solari in Ciad ed il sostegno ad una casa famiglia per bambini malati di Aids in Kenya.
_Il magazzino di Gallarate
Nel 2006, centinaia di società europee hanno affidato a Cmr il riciclo di circa 500mila telefoni cellulari: tra queste, la spagnola Entreculturas (Ong che, come il Magis, fa parte della rete Xavier) e l'Ong britannica Oxfam. In entrambi i casi, la raccolta e il riciclo dei telefoni hanno consentito di sviluppare una nuova fonte di finanziamento per i progetti di cooperazione e sviluppo.
In Italia però il MAGIS è stato il primo a lanciare un’iniziativa di questo genere che vede impegnati più di 250 gruppi di raccolta in tutto il paese. Un forte impulso alla loro costituzione é stato dato da Padre Provinciale Francesco Tata SJ a inizio campagna. Con una lettera indirizzata a tutti i Padri e i Fratelli della Provincia d'Italia e agli amici e collaboratori della Compagnia di Gesù, Padre Tata ha esortato tutti all'impegno verso questa campagna che «traduce in modo innovativo il nostro impegno di Carità e che consente anche di sensibilizzarci sul tema del rispetto dell'ambiente e della solidarietà nella moderna società tecnologica e globalizzata».
I punti di raccolta sorgono nel sud, molto attiva la Campania e la Sicilia, al centro, soprattutto nel Lazio, e al nord, dove si trova il centro generale di raccolta presso la sede del MAGIS di Gallarate. A 100 metri dagli uffici dove vengono elaborati i progetti di cooperazione, si trova il grande magazzino dove i telefonini usati vengono prima assemblati e poi inviati alla società addetta al riciclaggio.
Ma quanti sono ancora i telefoni cellulari che giacciono ancora inutilizzati nelle nostre case? Si tratta di oggetti la cui vita media non supera i due anni e per questo vengono dimenticati in un cassetto, anche perché non si sa mai bene dove buttarli.
Nel 2006, centinaia di società europee hanno affidato a Cmr il riciclo di circa 500mila telefoni cellulari: tra queste, la spagnola Entreculturas (Ong che, come il Magis, fa parte della rete Xavier) e l'Ong britannica Oxfam. In entrambi i casi, la raccolta e il riciclo dei telefoni hanno consentito di sviluppare una nuova fonte di finanziamento per i progetti di cooperazione e sviluppo.
In Italia però il MAGIS è stato il primo a lanciare un’iniziativa di questo genere che vede impegnati più di 250 gruppi di raccolta in tutto il paese. Un forte impulso alla loro costituzione é stato dato da Padre Provinciale Francesco Tata SJ a inizio campagna. Con una lettera indirizzata a tutti i Padri e i Fratelli della Provincia d'Italia e agli amici e collaboratori della Compagnia di Gesù, Padre Tata ha esortato tutti all'impegno verso questa campagna che «traduce in modo innovativo il nostro impegno di Carità e che consente anche di sensibilizzarci sul tema del rispetto dell'ambiente e della solidarietà nella moderna società tecnologica e globalizzata».
I punti di raccolta sorgono nel sud, molto attiva la Campania e la Sicilia, al centro, soprattutto nel Lazio, e al nord, dove si trova il centro generale di raccolta presso la sede del MAGIS di Gallarate. A 100 metri dagli uffici dove vengono elaborati i progetti di cooperazione, si trova il grande magazzino dove i telefonini usati vengono prima assemblati e poi inviati alla società addetta al riciclaggio.
Ma quanti sono ancora i telefoni cellulari che giacciono ancora inutilizzati nelle nostre case? Si tratta di oggetti la cui vita media non supera i due anni e per questo vengono dimenticati in un cassetto, anche perché non si sa mai bene dove buttarli.
_FOCUS – Ciad. Cucine solari, avanti tutta. Intervista a padre Martellozzo
_
Padre Franco Martellozzo, nato a Camposampiero (Padova) nel 1938, gesuita, vive in Ciad da 40 anni. Nei giorni scorsi ha fatto visita agli uffici Magis di Roma e Gallarate per fare il punto della situazione sule diverse iniziative in corso in favore del Ciad.
Tra queste l’aiuto a diverse missioni (aiuti ai padri gesuiti: Chiappa, Corti, Lomazzi, Maglia, Martellozzo e Rusconi ) e la costruzione di cucine solari per introdurre nuove tecnologie che allevino la fatica delle donne nella ricerca quotidiana della legna per la preparazione dei pasti. Ed è proprio su questo progetto, finanziato in parte dalla campagna per la raccolta di cellulari usati, che MagisNews si è soffermato maggiormente con padre Martellozzo.
Quando è partito il progetto?
Il primo gesuita ad occuparsi delle cucine solari è stato Fratel Rusconi circa 5 anni fa. Rusconi ha formato una equipe di ragazzi, appartenenti ad un’associazione locale indipendente dalla missione cattolica, per la costruzione delle cucine solari. In un primo momento importavamo dall’Italia tutto il materiale, ma successivamente abbiamo abbandonato questo modo di procedere perché troppo costoso. Così abbiamo deciso di far venire dall’Italia solo le lamelle e la ruota dentata di bicicletta che permette alla cucina di assumere diverse angolazioni. Il resto della struttura è dunque ora costruito in loco.
Resta però ancora difficile la diffusione capillare delle cucine a causa del loro prezzo elevato, circa 120 euro. La campagna per la raccolta cellulari ci sta dando una grossa mano, così come il lavoro del magazzino di Gallarate, ma dobbiamo comunque cercare di abbassare ulteriormente i costi. La strada davanti a noi resta quindi in salita, ma siamo consapevoli che il futuro ci darà ragione. Per due ordini di ragione. Prima di tutto una famiglia che adotta una cucina solare risparmia tantissimo sull’acquisto della legna e del carbone e secondo perché il problema del disboscamento sta diventando davvero grave in Ciad e le cucine solari rappresentano la risposta esaustiva a questa problematica.
Padre Franco Martellozzo, nato a Camposampiero (Padova) nel 1938, gesuita, vive in Ciad da 40 anni. Nei giorni scorsi ha fatto visita agli uffici Magis di Roma e Gallarate per fare il punto della situazione sule diverse iniziative in corso in favore del Ciad.
Tra queste l’aiuto a diverse missioni (aiuti ai padri gesuiti: Chiappa, Corti, Lomazzi, Maglia, Martellozzo e Rusconi ) e la costruzione di cucine solari per introdurre nuove tecnologie che allevino la fatica delle donne nella ricerca quotidiana della legna per la preparazione dei pasti. Ed è proprio su questo progetto, finanziato in parte dalla campagna per la raccolta di cellulari usati, che MagisNews si è soffermato maggiormente con padre Martellozzo.
Quando è partito il progetto?
Il primo gesuita ad occuparsi delle cucine solari è stato Fratel Rusconi circa 5 anni fa. Rusconi ha formato una equipe di ragazzi, appartenenti ad un’associazione locale indipendente dalla missione cattolica, per la costruzione delle cucine solari. In un primo momento importavamo dall’Italia tutto il materiale, ma successivamente abbiamo abbandonato questo modo di procedere perché troppo costoso. Così abbiamo deciso di far venire dall’Italia solo le lamelle e la ruota dentata di bicicletta che permette alla cucina di assumere diverse angolazioni. Il resto della struttura è dunque ora costruito in loco.
Resta però ancora difficile la diffusione capillare delle cucine a causa del loro prezzo elevato, circa 120 euro. La campagna per la raccolta cellulari ci sta dando una grossa mano, così come il lavoro del magazzino di Gallarate, ma dobbiamo comunque cercare di abbassare ulteriormente i costi. La strada davanti a noi resta quindi in salita, ma siamo consapevoli che il futuro ci darà ragione. Per due ordini di ragione. Prima di tutto una famiglia che adotta una cucina solare risparmia tantissimo sull’acquisto della legna e del carbone e secondo perché il problema del disboscamento sta diventando davvero grave in Ciad e le cucine solari rappresentano la risposta esaustiva a questa problematica.
_Come vengono accolte le cucine dalla popolazione locale?
_
Prima di rispondere a questa domanda bisogna fare una premessa. Le attività non si esauriscono con la consegna della cucina solare ad una famiglia poiché questa deve essere formata all’utilizzo della cucina e le va inoltre garantita un’assistenza tecnica puntuale.
Provo ad essere più chiaro facendo un esempio.
La formazione teorica punta a far passare l’idea la cucina solare non è un amuleto che risolve tutti i problemi. Quando la gente dei villaggi la vede per la prima volta funzionare nelle dimostrazioni pensano che la cucina solare sia magica, che funzioni sempre, magari anche di notte. Ma in Ciad possono esserci delle giornate di tempeste di sabbia prive di sole. E lì si passa dalla magia alla realtà e dunque ci vuole veramente un grosso lavoro di formazione.
La cucina solare deve poi essere completata da una cucina a legna costruita con una tecnica semplice che annulla la dispersione di calore. Il fuoco va su una pentola e il fumo su una seconda per la salsa. È una struttura trasportabile e multi uso. Può infatti essere portata all’interno della casa d’inverno e utilizzabile per il riscaldamento della casa.
Prima di rispondere a questa domanda bisogna fare una premessa. Le attività non si esauriscono con la consegna della cucina solare ad una famiglia poiché questa deve essere formata all’utilizzo della cucina e le va inoltre garantita un’assistenza tecnica puntuale.
Provo ad essere più chiaro facendo un esempio.
La formazione teorica punta a far passare l’idea la cucina solare non è un amuleto che risolve tutti i problemi. Quando la gente dei villaggi la vede per la prima volta funzionare nelle dimostrazioni pensano che la cucina solare sia magica, che funzioni sempre, magari anche di notte. Ma in Ciad possono esserci delle giornate di tempeste di sabbia prive di sole. E lì si passa dalla magia alla realtà e dunque ci vuole veramente un grosso lavoro di formazione.
La cucina solare deve poi essere completata da una cucina a legna costruita con una tecnica semplice che annulla la dispersione di calore. Il fuoco va su una pentola e il fumo su una seconda per la salsa. È una struttura trasportabile e multi uso. Può infatti essere portata all’interno della casa d’inverno e utilizzabile per il riscaldamento della casa.